Il Movimento 5 stelle chiedono una “pausa di riflessione” per discutere sulla questione armi in Ucraina. I dem sulla posizione di Di Maio.
La risoluzione di maggioranza per il 21 giugno, quando Mario Draghi riferirà in Senato sul prossimo vertice europeo, risulta essere pronta «all’80 per cento». L’unico punto a sollevare ancora qualche perplessità riguarda la questione dell’Ucraina. Difatti, la questione è stata rinviata a lunedì.
A chiedere il rinvio sono stati i Cinque Stelle, chiedendo «una pausa di riflessione». In questa situazione, Di Maio suggerisce ai Cinque Stelle di allinearsi al governo e alla Ue a trazione draghiana. «Ora tocca a loro riflettere e dirci come vogliono uscirne». Sono queste le dichiarazioni dei dem che hanno partecipato ieri alla riunione di maggioranza.
Enzo Amendola, sottosegretario degli Affari europei, è stato incaricato di trovare la quadra. Amendola ha chiarito alcune questioni, sottolineando il fatto che un partito di maggioranza non si può permettere di presentare documenti alternativi alla linea del governo. A maggior ragione dopo la missione a Kyev, grazie alla quale il ruolo di leadership di Draghi nella Ue è stato particolarmente messo in risalto.
I dem sulla stessa lunghezza d’onda di Di Maio
Un esponente del governo dem ha dichiarato: «Ma come possono pensare che sia possibile una sia pur vaga apertura al no armi all’Ucraina, come vorrebbe Conte per salvare la faccia? Sarebbe come dire che l’Italia fa il contrario di quel che ha detto il premier a Kyev e che ha votato il Parlamento italiano: una figura di m… internazionale. Un minuto dopo uscirebbe un comunicato di plauso di Medveiev all’Italia, e la nostra credibilità internazionale sarebbe distrutta: persino i 5S lo capiscono». Il Pd ha spiegato che il problema dei grillini non ha «nulla a che fare con la guerra in Ucraina, ma solo con quella tra Conte e Di Maio».
Enrico Letta sulla questione
Enrico Letta in merito alla questione: «I numeri ci saranno comunque, e il problema sarà tutto di Conte, che evidentemente non governa i suoi». Per il politico italiano, la situazione è piuttosto complicata. Il Movimento 5 Stelle, a conti fatti, non possiede più solidità. I dem sono in sintonia con Di Maio. Enrico Leta conclude: «Le discussioni interne sono il sale della democrazia, non mi permetto di entrarci».